Ogni domenica Dio Padre ci raduna per far festa con Cristo risorto e le comunità cristiane sono presenti a questo appuntamento, fedeli e pronte con le lampade accese, come le vergini sagge del vangelo. Ed insieme Dio ci chiede di accogliere durante tutta la nostra vita il suo progetto di amore, nella vigilante attesa della grande festa alla fine dei tempi.

Ci disponiamo ad ascoltare oggi una parola di Dio assai severa, che condanna l’ipocrisia, la mancanza di attenzione agli altri, l’esibizione di se stessi. Il profeta Malachìa e Gesù stesso nel Vangelo inviteranno coloro che nella Chiesa, nella famiglia, nella società rivestono ruoli di responsabilità e di guida a fare un serio esame di coscienza sulla coerenza con la quale svolgono il loro compito.

Amare Dio e amare il prossimo: è il comandamento di Gesù ed è anche l’esigenza del nostro cuore. Chi può vivere infatti senza amare ed essere amato? Questo comandamento ci chiede però di mettere Dio al primo posto e di vederlo presente in tutti i nostri fratelli e sorelle.

La liturgia di oggi ci invita a guardare la storia con occhi nuovi, come luogo in cui Dio e l’uomo non sono in competizione di poteri. Come Dio deve avere il primo posto nella vita, così anche le realtà dell’uomo, anche le strutture dello Stato, meritano la nostra attenzione e corresponsabilità.
Celebriamo oggi la Giornata Missionaria Mondiale. Questo il tema che il Papa affida alla nostra riflessione: «Cuori ardenti, piedi in cammino» (cfr. Lc 24,13-35).

È motivo di gioia per noi essere invitati settimanalmente alla festa del Signore Risorto. Ma la Parola di Dio di questa domenica ci mette in guardia: la festa preparata da Dio può essere rovinata dall’indifferenza e dal rifiuto. Ci può essere anche chi vi entra senza l’abito nuovo dei figli di Dio, rinati dall’acqua e dallo Spirito.

Siamo la vigna che Dio ha piantato nel mondo. Chiediamo al Padre, durante l’Eucaristica, che la Parola evangelica, seminata nella Chiesa, germogli e dia frutti abbondanti e la nostra comunità non divenga arida e sterile.