Sant’ Osvaldo di Northumbria Re e martire – 5 agosto
Northumbria, 604 – Maserfield (Shropshire), 642
Patronato:Soldati
Etimologia: Osvaldo = difensore della casa, dal sassone
Il culto di venerazione per s. Osvaldo re di Northumbria, che fu il più grande centro della civiltà anglosassone con una fusione degli elementi celtici, latini e cristiani, nella Gran Bretagna del VII secolo, è diffuso un po’ in tutta Europa, soprattutto nei Paesi Anglosassoni; in Inghilterra è considerato eroe nazionale.
È senz’altro uno dei santi più venerati, antecedenti lo Scisma Anglicano e uno dei primi dopo la conversione al cristianesimo nel VI secolo, della Gran Bretagna.
Osvaldo nato nel 604, era figlio del re di Northumbria, Ethelfrith, (593-616), e quando il regno fu preso da re Edwin (585-633), il quale durante il suo governo fondò la città di Edimburgo che da lui prese il nome, Osvaldo con la sua famiglia si rifugiò in Scozia nel 616; divenne cristiano a Iona, il celebre monastero fondato nel 563, da s. Colombano nell’omonima isola e che fu centro missionario fra i Pitti e gli Scozzesi.
Alla morte di Edwin nel 633, ritornò in Northumbria. La sua vicenda è inserita nel contesto storico dell’Alto Medioevo della Gran Bretagna e le notizie sono piuttosto frammentarie, anche se veritiere.
Al loro ritorno in Northumbria trovarono come tiranno il re britannico Cadwalla che governò per un anno (633-634) e che fece uccidere i suoi fratelli Osric e Eanfrid; ma Osvaldo ormai re, con un esercito di molto inferiore, lo sconfisse uccidendolo ad Hevenfelt nei pressi di Hexham.
Si racconta che Osvaldo, prima dell’inizio della battaglia contro Cadwalla, fece innalzare una croce di legno, come si è detto era un cristiano convertito, e radunati tutti intorno i suoi soldati, avevano pregato insieme per la vittoria; solo una piccola parte dei suoi uomini era cristiana, ma dopo lo scontro vittorioso, il re fece venire da Iona un vescovo, affinché predicasse il Vangelo nel regno di Northumbria.
Vi fu un primo tentativo con un vescovo molto severo, che giudicò il popolo come barbaro ed ostinato e quindi fallì; ma poi arrivò un altro più comprensivo e cortese, s. Aidano († 651), che con l’aiuto di Osvaldo, che, diciamo traduceva i suoi sermoni, la conversione ebbe successo; lo stesso re Osvaldo donò al santo vescovo l’isola di Lindsfarne per fondarvi un monastero ed una sede vescovile, molto vicina alla residenza reale di Bamburgh.
Il cristianesimo con il benefico influsso del re, incontrò il favore del popolo, molti si convertirono, vennero costruite chiese e monasteri. Come sovrano Osvaldo riunì le due parti della Northumbria denominate Bernicia e Deira, mentre altri re anglosassoni riconobbero la sua supremazia; sposò Cineburga figlia del re del Wessex, sposa che doveva essere molto giovane, secondo l’uso dei tempi, perché Osvaldo le era stato padrino di Battesimo; ma si può pensare anche che si fosse convertita e battezzata già adolescente. Il suo regno purtroppo non fu lungo, durò solo otto anni, dimostrandosi esemplare come re cristiano; morì ucciso nel 642 a soli 38 anni, dal re pagano Penda di Mercia, nella battaglia di Maserfield (Shropshire) e l’ultimo suo gesto fu quello di pregare per i soldati che morivano con lui.
Dando sfogo agli istinti selvaggi e pagani che l’animavano, il re Penda (632-655), fece mutilare il suo corpo e il capo, le braccia e le mani furono infisse su un palo.
Le varie parti del corpo poi raccolte furono venerate in luoghi diversi e con vari trasferimenti, favorendo così la straordinaria diffusione del suo culto.
La sua generosità, la pietà, il coraggio e la perseveranza, unitamente alla precoce morte in battaglia per il suo Paese e per la fede cristiana, lo hanno fatto diventare un personaggio particolarmente venerato ed ammirato. Tutta l’alta Europa, compresa l’Italia del Nord-Est è piena di opere d’arte che lo raffigurano, nelle varie chiese in cui si venera la sua memoria; la Chiesa Cattolica da tempi antichissimi lo celebra il 5 agosto anche come martire.
Autore: Antonio Borrelli sito santiebeati.it
Storia della statua di sant’Osvaldo
La statua di sant’Osvaldo è la più antica opera d’arte, di fede e di cultura che i parrocchiani di Cristo Re e i cittadini di Sant’Osvaldo posseggono.
Difatti essa era stata commissionata intorno al 1740 dalle monache agostiniane canonichesse lateranensi del monastero di Santa Maria di Betlemme che esiste in Prato della Valle, che avevano diversi possedimenti nel territorio della parrocchia di Voltabarozzo del quale la zona di Sant’Osvaldo faceva parte fino al 1945. Nella visita pastolarale del Vescovo cardinale Carlo Rezzonico del 30 agosto 1752, il Parroco don Giulio Cesare Sozzato, in parrocchia dal 1710, dava relazione “della Chiesa di S. Osvaldo situata nel guasto fuori Ponte Corvo soggetta alla parrocchiale di Volta del Berozzo, di ragione delle MM.RR. Madri di S. Maria di Betlemme di Padova, custodita da un povero eremita eletto da esse. Quivi si celebra una Messa quando da divoti viene offerta la elemosina, oppure alcun sacerdote viene per una divozione o mandato da divoti a celebrare. L’eremita vive di elemosine questuando per la Città e Ville con licenza del vescovo e così per appunto viene la stessa Chiesa soccorso di carità dai fedeli”.
Le monache avevano dotato la piccola chiesa (che si trovava nel luogo dell’attuale Banca Antonveneta di Via Facciolati e della quale sono state rinvenuti recentemente disegni inediti) di un altare dedicato a Sant’Osvaldo, re e martire, eroe nazionale inglese nato nel 604, con una statua che lo raffigurava.
La statua era stata realizzata con le offerte dei fedeli da Tommaso Bonazza, che con Francesco e Antonio costituiva l’attiva e famosa famiglia di scultori, dei quali Antonio era il più noto. Il suo nome è scolpito sul basamento della statua. Essa rappresenta la solenne figura del Santo re, con abito da soldato (forti sono le somiglianze con il “San Giorgio” della parrocchiale di Carrara S. Giorgio e il “San Vito” dell’arcipretale di Noventa Vicentina) che nella mano destra tiene lo scettro reale e con la sinistra sostiene uno scudo ormai perso.
A seguito delle soppressioni napoleoniche di inizio Ottocento, le proprietà del monastero furono confiscate e poi vendute. I terreni con annesso l’oratorio di Sant’Osvaldo furono acquistati dal Barone Sardagna Maresciallo di Sua Maestà l’Imperatore d’Austria Ferdinando I, il quale regalò poi alla Parrocchia di Voltabarozzo l’altare e la statua che furono collocati nella chiesa per la venerazione dei fedeli. Qui vi rimase fino al 1932, quando la chiesa parrocchiale fu ampliata con la demolizione dei quattro altari laterali. Allora l’altare di Sant’Osvaldo, assieme ad altre suppellettili sacre, fu inviato al seminario per il museo diocesano.
A seguito della nascita nel 1928 della chiesa di Cristo Re, messa sotto la protezione di Sant’Osvaldo e di Santa Teresa del Bambin Gesù, curazia nel 1932 e poi parrocchia nel 1945, la statua fu regalata dal parroco di Voltabarozzo don Silvio Lovo alla nuova chiesa per la sua collocazione nell’edificio di culto.
Essa fu invece dotata di un piedistallo lapideo e dapprima collocata nel giardino d’ingresso della scuola materna e poi, negli anni ’80 del secolo scorso, in adiacenza del sagrato della chiesa parrocchiale.
Architetto Mario Bortolami, istituto sostentamento del clero