La vita cristiana si configura come una sequela libera e consapevole sulle orme di Cristo, in risposta agli impegni della vocazione battesimale. Ogni celebrazione eucaristica costituisce una tappa del nostro cammino di vita in cui risuona la chiamata. Nello stesso tempo ogni messa ci educa allo stile di ascolto e risposta all’invito del Signore.

Durante la sua ultima cena Gesù ha detto agli apostoli: “Fate questo in memoria di me”. Gli apostoli hanno continuato a fare quanto il Signore aveva loro chiesto. E anche noi, radunati nel nome e alla presenza del Signore, faremo come egli ci ha chiesto di fare in memoria del suo immenso amore.

Quando ci facciamo il segno di croce chiamiamo per nome il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Da Gesù abbiamo imparato che la vita di Dio è amore: amore del Padre che genera il Figlio, amore del Figlio colmo di gratitudine verso il Padre, amore che è lo Spirito Santo, che fa sì che la comunione tra Padre e Figlio sia totale. Così, dopo la Pentecoste, culmine delle nostre celebrazioni, il nostro sguardo contempla la bellezza infinita di Dio.

Lo Spirito di Dio continua a far risuonare il grido della Buona Notizia. Il Cristo, sorgente di luce, abita l’esistenza di ogni uomo che l’accoglie. In questa domenica apriamoci ancora una volta alla presenza del Risorto. Egli viene in mezzo a noi per comunicarci la pace di Dio, una pace da condividere con tutti.

Come sono differenti le nostre strade… le nostre esistenze… E tuttavia, in questa domenica di preghiera per le vocazioni, eccoci riuniti dalla stessa voce, quella di Gesù, il Buon Pastore, che conosce ognuno di noi. Lasciamo che questa voce risuoni dentro di noi e affidiamo al Signore i ragazzi che riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana.

“Signore tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene!” è la risposta di Pietro alla terza domanda di Gesù risorto apparso per la terza volta ai discepoli. Tre domande che smascherano Pietro ma che non lo giudicano. E queste domande, rivolte anche a ciascuno di noi, ci aiutano a recuperare la consapevolezza della nostra relazione col Signore e soprattutto del Suo amore per noi. Ancora una volta il Signore viene per donarci una Parola che rischiara la nostra esistenza e per donarci il suo pane che ci nutre e ci dà forza.